Diga di Chievo

Cento anni di energia dalla forza dell'acqua 

AGSM

All'origine dell'industrializzazione della città di Verona

L’energia prodotta grazie alla realizzazione del Canale Camuzzoni contribuì ad accendere Verona e proiettarla in un’èra di sviluppo sociale e economico.
Tutto iniziò alla fine dell’Ottocento, quando l’allora sindaco Giulio Camuzzoni avviò la costruzione di un canale industriale per derivare l’acqua del fiume Adige all’altezza del Chievo e portare così una gran quantità di forza motrice verso l’area di Basso Acquar, luogo di nascenti insediamenti industriali. Questo con lo scopo di ovviare alla mancanza di giacimenti di carbone da utilizzare per le macchine a vapore, oltre a provvedere alla sicurezza della città, teatro di recenti inondazioni. Il progetto, affidato all’ingegnere Enrico Carli, fu terminato e collaudato nel 1887.

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Il 1923 segnò un’ulteriore svolta per lo sviluppo energetico di Verona. La costruzione della diga del Chievo, su progetto dell’ingegnere Gaetano Rubinelli, aumentò la portata del Canale. Dalla diga del Chievo, fino a Basso Acquar, per una lunghezza di circa 6 km, l’acqua portata dal Camuzzoni, dopo un salto di dieci metri e mezzo, iniziò ad alimentare le quattro turbine della centrale idroelettrica di Tombetta, costruita sempre nel 1923, assicurando la produzione continua di energia elettrica pulita e rinnovabile.

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Tombetta 2 e centrale idroelettrica di Chievo

Durante la Seconda guerra mondiale la centrale di Tombetta fu colpita. Stessa sorte toccò alla diga che fu totalmente distrutta. La loro ricostruzione iniziò subito, sin dal 1946, cogliendo l’occasione di un necessario potenziamento per poter rispondere sempre e meglio alle nuove esigenze dei cittadini e delle industrie di Verona. Nacque così, nel 1948, una nuova centrale, chiamata Tombetta 2 per distinguerla dalla prima Tombetta 1. Nel 2009, nella conca di navigazione della diga del Chievo, è stato realizzato un impianto idroelettrico valorizzando la cospicua portata che viene rilasciata a valle della diga su un salto di 3,6 metri.

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In questo primo secolo di attività, la diga di Chievo ha avuto quindi un ruolo di fondamentale importanza per lo sviluppo sostenibile del territorio, contribuendo alla produzione di energia elettrica rinnovabile grazie alla centrale idroelettrica di Tombetta. Si stima che, dal 1923 a oggi, la produzione totale di energia elettrica dell’impianto di Tombetta sia stata di circa 4 mila gigawattora (GWh) evitando l’emissione in atmosfera di circa 760 mila tonnellate equivalenti di anidride carbonica.

Oggi la centrale di Tombetta e l’impianto ad immersione di Chievo producono energia per soddisfare il fabbisogno energetico di circa 27 mila famiglie (24 mila Tombetta e 3 mila Chievo).